Questo era un diario che ho tenuto mentre io, con mia figlia e suo padre, abbiamo fatto il viaggio di ritorno alle origini. Il tempo verbale usato nel testo è, inizialmente presente perché ho iniziato a scrivere prima del viaggio annotando pensieri, speranze aspettative ecc, poi il verbo al presente perchè scrivevo praticamente ogni sera, al rientro in hotel.
Ammetto di aver stressato le guide, sia in Thailandia e Cambogia con il mio: "Aspetta", perchè mentre parlavano scrivevo su un quadernino, non volendo farmi sfuggire nulla, e loro gentilissimi aspettavano che annotassi quanto mi sembrava utile.
Da questo viaggio ho portato a casa solo bellezza, gentilezza e voglia di ritornare.
Thailandia e Cambogia: il ritorno.
Partiremo da Malpensa per Bangkok il 25 agosto 2025 e rientreremo in Italia l'8 settembre 2025.
Un viaggio atteso da quasi vent'anni (17 esattamente), un viaggio per riscoprire la terra della nostra principessa khmer.
È un viaggio importante per tutti noi, un'opportunità per comprendere il senso di una vita che si è unita dall'altra parte del mondo. Un percorso che ci ha resi genitori e che ci ha permesso di ritrovare una figlia che era lontana. Lei ci aspettava, e noi aspettavamo lei, ma mai avremmo pensato di trovarla così distante.
La vera magia sta proprio qui: nostra figlia è nostra da sempre. Ce lo dice il cuore e ce lo ribadiscono le viscere ogni giorno. Ci ascoltiamo con pazienza e amore, sentendo di appartenerci, con una relazione fatta di silenzi e grandi intese, di unione e forza. È magico, come ogni legame in cui ci si sente finalmente ritrovati.
Ora affrontiamo questo viaggio per osservare i luoghi, i volti e i profumi, per meravigliarci ancora una volta della bellezza di essere genitori e per tornare da dove è partito il nostro cammino come famiglia.
Per nostra figlia sarà una tappa che segnerà un nuovo punto di partenza: ha lasciato una terra per abbracciare quella dei suoi genitori, e ora possiamo finalmente unire i due mondi.
Partiremo dallo stesso aeroporto da cui siamo partiti nel 2008: Malpensa, ricordo bene quel volo durante il quale guardavo sul monitor tutti i paesi che sorvolavamo, ricordo la commozione quando sorvolammo l'India perché mi resi conto che ci stavamo proprio avvicinando a lei dopo tanti anni di attesa.
Nel volo del 2008 che ora rammento, la nostra cicogna aveva le ali e il turbo. Mentre eravamo in volo io e suo padre ci guardavamo un po' fiduciosi, un po' straniti, dopo anni che eravamo in cammino per adottare, tre anni, un tempo che era parso interminabile, finalmente la nostra bambina non era più solo una foto, che ci avevano mostrato il 7 settembre 2007, ma di lì a poche ore l'avremmo stretta tra le nostre braccia.
Provammo una gioia immensa che ora al pensieri di ripartire si rinnova.
14.08.2025
Un bastone e un volo
La mente si arrovella, piena di pensieri sul senso di questo viaggio. Eppure, so che sarò lì, solo come un bastone per sostenerti, figlia mia, nella terra da dove tutto è iniziato. Per te, e anche per noi.
Sei sempre stata una tipetta tosta hai consegnato a me il tuo dolore per anni, e poi hai chiesto, ma secondo me, troppo presto, di poter portare da sola il tuo dolore, eppure era giunto il momento di lasciarti andare. Riconsegnartelo è stato come tagliare il cordone ombelicale e dirti: "Vola, tesoro mio".
18.08.2025
La ragazza non può ricordarsi consciamente l'orfanotrofio. Questo viaggio non serve a farle 'ricordare', ma a farle sentire un legame con i suoi primi momenti di vita.
È una questione di memoria emotiva e sensoriale, non razionale. Anche se aveva meno di due anni, il suo corpo assorbi i suoni, gli odori e le sensazioni di quel luogo. Vedere l'orfanotrofio aiuta a dare un senso a questi 'ricordi' e a integrare la sua storia.
Questo viaggio è un modo per dirle che le sue origini sono importanti per noi genitori, e che la sua storia non è stata cancellata. È un viaggio del cuore, non della memoria.
24.08.2025
In quanto mamma adottiva, il mio "recupero" in Cambogia non è un atto fisico, ma un viaggio profondo e simbolico. Non c'è nulla di concreto da riportare a casa, ma un'eredità di esperienze e sentimenti che appartengono a me e a mia figlia.
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Le radici di mia figlia: le storie, i suoni e i colori del suo paese d'origine. Questo viaggio è un'occasione per onorare il suo passato e integrarlo nella nostra vita presente.
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Quando siamo andati a prenderla non fu possibile farlo perché eravamo seriamente preoccupati per la salute della bambina che aveva febbre molto alta e una dissenteria importante.
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La mia serenità: Visitare i luoghi che hanno segnato l'inizio della nostra storia può aiutarmi a "chiudere il cerchio" e a trovare una pace interiore. È un momento per la mia anima di sentirsi in pace.
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La gratitudine e il ricordo: È il momento di ringraziare la Cambogia per aver tenuto in grembo la vita di mia figlia. Questo mi aiuterà a rafforzare il legame con il suo paese.
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La consapevolezza: Riconoscere la complessità di questa esperienza mi aiuterà a capire meglio me stessa e a comprendere la profondità di questo viaggio emotivo.
26.08.2025
Dal web leggo quanto segue e in base alla mia esperienza di pochi giorni qui condivido
Leelawadee:
ossia il fiore simbolo della Thailandia.
Un fiore a cui è stato cambiato nome perché evocava una storia troppo triste per essere rievocata…
si perché in Thailandia se qualcosa non ti piace la cambi in un batter d'occhio, perché le tradizioni qui ci sono e non ci sono, e i ricordi scorrono veloci.
E quasi a volte è difficile ricordare. Ma il profumo di questo fiore non si può scordare!
Siamo a Malpensa in attesa del Grande Volo.
Siamo sereni.
Siamo ora tutti in volo per la Thailandia. Appena partiti, ore 14.05.
La ragazza è seria, si sta per aprire un nuovo panorama emotivo. Si ritorna dove tutto è iniziato 17 anni fa.
Il volo è tranquillo. Non si riesce a dormire, i sedili non sono troppo comodi. Fa freddo, ma per fortuna abbiamo le coperte fornite dalla compagnia aerea, la Thai. Il personale è gentile. E il tempo passa.
Appena atterrati l'emozione era a mille per tutti! Siamo stati in silenzio.
Siamo arrivati stanchi, la guida è venuta a prenderci e ci ha portato in hotel. E in poco tempo eravamo in camera con letti enormi, e ci siamo disposti a dormire beatamente.
Abbiamo cenato al ristorante, mangiato specialità locali, tutti, informati delle mie allergie alimentari, sono stati gentilissimi.
Nostra figlia ha detto di essere felice di essere qui. Mi si è aperto il cuore.
27.08.2025
Un Caos Meraviglioso: Alla Scoperta di Bangkok
Oggi abbiamo esplorato il cuore vibrante di Bangkok, scoprendo una città tanto caotica quanto affascinante.
Abbiamo iniziato il nostro giro a Chinatown, un quartiere vivace e accogliente dove i colori, i suoni e i sapori sono un'esplosione continua. Tra negozietti e banchetti, si trova di tutto: dai prodotti tipici cinesi alle specialità locali, un vero paradiso per gli occhi e il palato.
Poco distante, ci siamo immersi nella quiete del mercato dei fiori, un luogo inaspettato. Dimenticate i soliti mazzi recisi e fiori in vasi di terra, qui i fiori sono intrecciati in ghirlande e mazzolini, usati soprattutto come offerte per le statue del Buddha. In ogni angolo della città, piccoli altari invitano i passanti a fermarsi a pregare, portando in dono fiori e cibo.
La tappa successiva è stata il Palazzo Reale, un vero incanto architettonico. Le costruzioni del '700 sono dominate da simboli antichi come uccelli che conducono al paradiso e serpenti Naga, da cui si dice discenda il popolo Khmer. Questi serpenti sono spesso raffigurati con occhi di una pietra rossa incastonata, un dettaglio che mi ha colpito molto.

Infine, abbiamo visitato il tempio di Wat Pho, che ospita l'imponente statua del Buddha sdraiato. Lunga 46 metri e alta 15, la statua riposa in un tempio completamente affrescato. Ci hanno spiegato che il Buddha è sempre raffigurato sorridente, e che il suo sorriso rappresenta uno dei suoi insegnamenti più importanti. All'interno del tempio c'è un rito che abbiamo voluto provare: versare 108 monetine in 108 coppette, esprimendo un solo desiderio. Tutti e tre abbiamo partecipato a questa esperienza, ed è stato un momento molto suggestivo.
Bangkok è una città di 10 milioni di abitanti, e il suo traffico lo dimostra. È spaventoso, si guida contromano e le strade sono intasate a tutte le ore. Attraversare la strada è una vera sfida: bisogna sperare nel momento giusto e correre dall'altra parte per non essere investiti. Un'altra curiosità sono i cavi della luce: appesi ai pali in matasse infinite, completamente scoperti e spesso accorciati in grovigli compatti.
Nonostante questi "inconvenienti", va evidenziato che abbiamo trovato una gentilezza straordinaria tra le persone.
Abbiamo sempre cenato fuori con costi molto accessibili, va sottolineato che i sapori dei piatti locali sono delicati.
Nostra figlia continua il suo percorso di scoperta, ed è serena. Lo si vede, è davvero serena. Questo viaggio andava fatto, e siamo fortunati che sia arrivato nel momento giusto.
28.08.2025
Oggi ci siamo alzati molto presto e alle 7,30 siamo partiti dall'hotel in direzione di Ayutthaya.
Abbiamo passato la provincia di Pathum Thani significa fiore di loto, dove è nata la nostra splendida figlia.
La Thailanda produce caffè e trà, bambù incentiva l'artigianato (cappelli, borse, ecc)
Abbiamo sostato al palazzo reale a Bang Pa In, luogo dove il re andava a divertirsi con le concubine. Il palazzo "giochi" risale agli inizi del '900. Ci sono molte casette in cui giocare, siepi a forma di animali, stagni per tuffarsi.
All'interno c'è un grande albero il Pho che qui è un vero santuario. Abbiamo visto una donna avvicinarsi e chinarsi in preghiera. Si dice che Buddha sia stato sepolto sotto a un Pho.
Siamo stati successivamente in visita a un antico luogo di culto circa del 1300.
Wat Mahathat, un antico tempio buddista situato nel Parco Storico di Ayutthaya, famoso per la testa del Buddha incastrata tra le radici di un albero. È un sito affascinante. Pieno di turisti però tutti rispettosi. Il tempio in sé ha poco, molte pietre sono state prelevate per fare altre costruzioni. La testa di una statua di Buddha è stata decapitata e venduta a un museo, oggi su quel busto hanno collocato una testa copia di quella al museo. Abbiamo fatto poi sosta in un luogo sacro: Wat Thammikarat. Un luogo di preghiera attuale dove si può fare un'offerta ai monaci.

Infine prima di imbarcarci siamo stati in una caffetteria RAK NA che si trova nel distretto di Ayutthaya Chiang Wat Pra Nakhon. Abbiamo bevuto un ottimo caffè. Il luogo era in mezzo al verde attrezzato con canne di bambù con cui hanno fatto passerelle, altalene, scalette e anche romantici sottopassaggi.
Ripresa la strada per imbarcarci abbiamo visto il fiume che sugli argini ha delineato il livello delle sue piene stagionali, adesso le piene sono all'inizio. Poi abbiamo ripreso la strada per prendere il battello dove avremmo anche pranzato, che ci avrebbe riportato a Bangkok. Le sponde sono molto allo stato naturale. Qua e là hanno costruito palafitte abitate.
Il fiume Chao Phraya ci hanno riferito che è balneabile e fanno il bucato, è un fiume vissuto, gli umani seguono i capricci del fiume e se ne sono adattati abilmente. Dagli argini si vedono vari templi buddisti, la loro bellezza e decoro dipendono dalle offerte che fanno i fedeli. Con il fiume molto ampio ci sono diversi ponti che congiungono le sponde. Si chiamano quasi tutti ponte Rama, nome dell'imperatore, molto bello ponte Rama 5 sorretto da due maestose colonne con pinnacoli dorati.
A fine percorso degna di nota è l'imponente moschea Masjid Riadis Sunan nel distretto di Nonthaburi.
La crociera termina a Bangkok.
Nostra figlia dimostra ancora oggi serenità ed equilibrio. È una giovane donna e ne sono fiera.
29.08.2025
Oggi altra levataccia, ma contrariamente agli altri giorni siamo usciti che c'era il sole.
Abbiamo fatto tappa, con un nuovo autista ai mercati tipici di Bangkok. Distano un'ora e mezza dalla città, in verità, ma vale la pena vederli.
Uno è il mercato ferroviario, l'altro il mercato sulle barche.
Sono veramente fantastici.
Abbiamo trascorso la mattina ai mercati sempre in compagnia di questo gentilissimo autista e del sole.
Ecco alcune foto e un filmato se possibile caricarlo. Emotivamente è stata una giornata tranquilla.

31.08.2025
Stasera sono stanca. La giornata è iniziata con poca pioggia poi ha smesso poi di nuovo ha piovuto, non ha piovuto eccessivamente ma abbastanza da lasciare, alla fine, un'umidità pazzesca. Personalmente fatico ad abituarmi al clima tropicale. Stanchezza a parte anche oggi la Cambogia ci ha regalato emozioni uniche.
Siamo andati a vedere i templi di Angkor che fanno corollario al famosissimo Angkor Wat.
Tutto il complesso è all'interno di una superficie di 400 kmq. Si entra con la macchina.
E è stato costruito in parallelo con altri monumenti nel mondo. Va premesso che è un luogo di culto inizialmente induista e poi buddhista.
Ecco la pianta dei templi.
Oggi in ordine abbiamo visto:
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Pre Rup Temple
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Banteay Samre Temple
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Banteay Srei Temple
La macchina ci ha condotto dentro la foresta!
Cosi verdeggiante lussureggiante con alberi di vario tipo.
C'era molta gente ma si respirava aria di tranquillità. Ovviamente c'erano banchetti ovunque per vendere prodotti locali.
Dentro la foresta vivono i discendenti del popolo antico. Le abitazioni delle popolazioni che vivevano a ridosso dei templi erano in legno o bambù quindi oggi non sono rimaste tracce di queste case.
I templi sono in arenaria, materiale che si presta ad essere scolpito, e in tufo, materiale vulcanico molto resistente.
Pre Rup Temple

Il tempio di Pre Rup è un magnifico e storicamente importante tempio di Angkor, in Cambogia.
È noto per il suo suggestivo colore rossastro all'alba e al tramonto e offre una vista mozzafiato sulla campagna circostante.
Storia e significato:
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Costruito nel X secolo, il tempio era il tempio di stato del re Rajendravarman e fu consacrato nel 961 d.C.
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Un "tempio-montagna", Pre Rup fu costruito con una combinazione di mattoni, laterite e arenaria.
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Il suo design è pensato per rappresentare il Monte Meru, la mitica dimora degli dei indù.
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Il nome "Pre Rup" è moderno e significa "voltare il corpo”.
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Riflette la credenza tra i cambogiani che un tempo al tempio si svolgessero cerimonie di cremazione, con il corpo che veniva ritualmente voltato verso le direzioni cardinali.
Caratteristiche principali
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Cinque torri: La caratteristica più evidente del tempio sono le sue cinque torri, con una grande torre centrale e quattro torri più piccole agli angoli della piattaforma superiore.
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Panorami: Pre Rup è un luogo popolare sia per l'alba che per il tramonto grazie alla vista mozzafiato dalle piattaforme superiori e al colore caldo dei mattoni e della laterite.
Pre Rup è un sito patrimonio mondiale dell'UNESCO ed è una tappa fondamentale nel "grande circuito" dei templi di Angkor.
Banteay Samre Temple: Dedicato a Visnú era una caserma

Il tempio di Banteay Samre è un tempio induista situato ad Angkor, in Cambogia.
Sebbene meno visitato rispetto ad altri templi più noti, è considerato un gioiello architettonico per la sua ottima conservazione e l'eleganza del suo stile.
Storia e Architettura:
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Costruito durante il regno di Suryavarman II, nel XII secolo, Banteay Samre fu dedicato a Vishnu.
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Il tempio prende il nome dalla popolazione indigena dei Samre.
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La sua architettura è simile a quella di Angkor Wat, con torri a forma di loto, sculture dettagliate e una serie di gallerie che circondano il santuario centrale.
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A differenza di molti altri templi che mostrano segni di degrado, Banteay Samre è stato restaurato in modo molto accurato, mantenendo la sua struttura e la sua bellezza originali.
Caratteristiche principali:
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Sculture raffinate: I bassorilievi e le incisioni sul tempio sono particolarmente fini e ben conservati, e raffigurano scene della mitologia indù e della vita reale.
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Meno turisti: Essendo fuori dal circuito turistico principale, Banteay Samre offre un'esperienza più tranquilla e intima rispetto a templi come Angkor Wat o il Bayon.
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Un senso di pace: L'atmosfera serena e la bellezza del tempio lo rendono un luogo perfetto per riflettere e ammirare l'arte Khmer senza la folla.
La sua posizione, leggermente isolata, richiede un po' più di tempo per essere raggiunta, ma il tempio ripaga pienamente con la sua pace e il suo splendore.
Banteay Srey Temple: Dedicato a Shiva era una caserma

Il Tempio di Banteay Srei è un gioiello architettonico situato a circa 25 km a nord-est del complesso principale di Angkor, in Cambogia. Sebbene sia più piccolo di altri templi, è considerato uno dei più belli grazie alle sue sculture eccezionalmente fini e al suo particolare colore rosato.
Storia e Architettura:
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Costruito nel X secolo, Banteay Srei fu dedicato al dio indù Shiva. Il suo nome significa "Cittadella delle donne", un nome probabilmente attribuito a causa della delicatezza delle sue sculture, che si dice siano state eseguite da donne.
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Il tempio è famoso per la sua architettura in arenaria di colore rosa, che si sposa perfettamente con l'eleganza delle sue sculture. A differenza di molti altri templi, Banteay Srei fu costruito da un funzionario di corte e non da un re, un fatto che testimonia la sua importanza e il suo grande valore artistico.
Caratteristiche:
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Sculture raffinate: L'attrazione principale di Banteay Srei sono le sue intricate e dettagliate sculture. I bassorilievi e le figure intagliate sono incredibilmente vivaci e narrano scene del Ramayana e del Mahabharata, epici poemi indiani.
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Materiale unico: Il colore rosa dell'arenaria è unico tra i templi di Angkor e contribuisce a creare un'atmosfera magica, soprattutto al mattino presto hoặc nel tardo pomeriggio, quando il sole ne accentua la tonalità.
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Un'esperienza intima: A causa della sua distanza dal circuito principale, Banteay Srei offre un'esperienza più tranquilla e permette di ammirare le sue opere d'arte senza la folla tipica dei templi più grandi.
La sua bellezza e la sua unicità lo rendono una tappa imperdibile per chiunque visiti la zona di Angkor, e vale ampiamente il viaggio per ammirare da vicino le sue straordinarie decorazioni.
Abbiamo fatto una breve sosta in un luogo dove producono manufatti dalla palma.
Con le foglie trattate fanno tetti per le case, fanno anche cestini e borse resistenti.
Con il fiore della palma fanno il succo che usano come bevanda, e cotto diventa zucchero (buonissimo peraltro). Il legno del tronco viene usato per manufatti di uso corrente e anche per produrre oggetti che vendono ai turisti.
In Cambogia ci sono 4000 Monasteri buddisti
80% dei khmer sono buddisti.
Gli altri induisti
Infine in percentuale minore musulmani.
01.09.2025
La giornata inizia con un bel sole. L'umore alle stelle.
In macchina ci dirigiamo al luogo dei templi, il sito religioso più grande del mondo. 400 mila kmq. Incredibile eh.
Dopo aver percorso una strada ricavata all'interno di una foresta tropicale, si arriva ad ammirare un ampio stagno, scesa dalla macchina, alzata la testa ecco che si apre sullo sfondo il Tempio. Maestoso, silenzioso non ha bisogno di presentazioni, lo riconosci è Lui quello che si trova sulla bandiera cambogiana.
Abbiamo la fortuna di percorrere l'antico ponte completamente restaurato.
L'ambiente è pulito, i prati rasati, dall'altra parte della riva una donna raccoglie con una retina foglie secche che sono finite in acqua. È veramente ammirevole la cura che hanno per un ambiente che rappresenta il popolo Khmer.
Arriviamo ad AW come lo chiamo io con un acronimo che sta a indicare Angkor Wat (dicasi Angkor Wat). Angkor significa città, Wat significa monastero Costruito tra il 1113 e il 1150 fu costruito per venerare divinità induiste.

Dedicata al dio Vishnu e la sua porta principale d'ingresso è a ovest. Successivamente è stato trasformato in tempio buddista, anche se i cambogiani nel culto incrociano riti buddisti con riti induisti.
Il tempio è costruito in pietra arenaria, quella "morbida " e malleabile che si presta a fini sculture.
Il tempio non fu mai finito, il progetto era estremamente grandioso.
Oggi il tempio è oggetto di restauri finanziati dai grandi paesi del mondo. Il tempio si visita in due ore.
Le religioni si sa fanno fare grandi cose agli uomini.
Costituito il complesso da 5 torri. Due volte l'anno durante gli equinozi di primavera e autunno si verifica un fenomeno di allineamento solare: l'allineamento perfetto: all'alba, il sole sorge perfettamente allineato con il tempio, apparendo proprio sopra la torre centrale (il prang).
La torre alta 75 metri Questo tempio a cinque porte la porta principale se trova ovest un ingresso era destinato a persone diverse per ricchi, popolo e per i sovrani.
Eccomi dopo la pausa di ieri. leri eravamo stravolti, abbiamo visto moltissime cose e luoghi ma ogni luogo era accessibile da scale abbastanza ripide, a volte erano scale di legno altre volte dovevamo affrontare gli antichi gradoni. Il luogo vale assolutamente la pena di arrampicarsi fino in cima, almeno ci si rende conto della pianta e struttura del tempio e visto dall'alto si resta ammaliati dal fascino di queste antiche opere.
Unico neo ho pensato a chi non può camminare. Nessuno dei luoghi di culto ad Angkor ha un accesso adibito a turisti disabili motori.
Ho chiesto spiegazioni mi hanno detto che i turisti disabili non li fanno accedere ad Angkor e i disabili Khmer ricevono una pensione mensile e li mandano a chiedere l'elemosina. Qui il disabile è un disabile.
Non lì vedono e trattano da Persona con disabilità. Su questo aspetto mi sembra che siano un po' indietro.
leri sera dicevo che avevo una gran voglia di scrivere ma non ce la facevo, scrivevo parole a caso così ho chiuso il quaderno dei miei appunti e spento il cellulare.
Oggi a mente fresca, forse, dato il caldo di qui…
Questo tempio è legato al culto di Vishnu, associato all'ovest e alla morte, e all'ipotesi che il tempio fosse anche un mausoleo per il re Suryavarman II.
L'ingresso principale si trova a ovest e presenta un'imponente via d'accesso e una serie di cinque torri (gopura). Le guide e gli studiosi indicano che l'ingresso centrale era destinato al re, mentre le porte laterali, più piccole, erano utilizzate da altre persone, come i dignitari e la gente comune. C'erano anche delle "porte degli elefanti" più larghe, pensate per il passaggio degli animali da trasporto.
Si accede da un ponte restaurato nel totale rispetto della sua struttura originale che attraversa il "lago di latte" un bacino idrico artificiale che serviva come difesa dai nemici e simbolicamente sotto questo lago conteso da angeli e demoni come in molte raffigurazioni nel tempio, si trovava l'immortalità. Lago di latte perché il colore delle acque era bianco.
Il ponte come balaustra ha il corpo del serpente Naga che termina appunto all'ingresso. Lo stipite dell'ingresso portone riporta i segni dei proiettili sparati durante la guerra civile.
La folla di turisti era ordinata e discreta. Ammirevole davvero.
Poco dopo l'ingresso abbiamo "salutato" la statua di Vishnu e in misura più ridotta li accanto c'era la statua della moglie ma purtroppo senza testa come la maggior parte delle statue.
In questo angolo abbiamo avuto un incontro ravvicinato con le scimmie, una aveva in spalla un suo cucciolo. Molto carine ma ovviamente non ci siamo avvicinati a loro, sappiamo quanto possano essere aggressive.
Tutto l'edificio, mai terminato peraltro, è finemente decorato da bassorilievi che avevano scopo decorativo e anche simbolico di preghiera.
Una curiosità la tartaruga era un animale sacro a Vishnu e ovviamente era raffigurata nel tempio.
Abbiamo fatto tutta la scalinata. I piani alti simboleggiano il paradiso che va guadagnato salendo su scale con moltissimi gradini molto ripide. La scala moderna e di più quella antica erano estremamente ripide e pericolose.
AW non necessita di altre spiegazioni si sono scritti libri interi
È una struttura interessante per i fedeli, gli storici, gli architetti, gli artisti -a tal proposito mi ha sorpreso che nessun bassorilievo e nessuna parete fossero stati dipinti, tutto, anche le scritte, venivano rigorosamente scolpiti nel mono colore della pietra arenaria.
Io ho qui annotato quello che ho osservato.
Posso assicurare che AW vale la pena di affrontare il viaggio. Appena me la sono trovata davanti sono rimasta incantata, a bocca aperta proprio.
Lasciato il tempio dei templi ci siamo diretti al tempio di Ta Prohm soprannominato “il tempio della radici”. Il soprannome dice tutto sul destino di questo tempio interamente avvolto dalla foresta.

Nato come tempio buddista Mahayana (molti templi sono nati prima del buddismo quindi dedicati agli dei induisti) Dedicato alla madre del re Molto grande 1000 per 700 mt l'area esterna. Era una vera e propria città monastero L'ingresso principale era a lato est
Fu uno dei primi grandi templi commissionati dal re Jayavarman VII, un fervente seguace del Buddhismo, dopo che il suo predecessore, un re induista, aveva regnato per un breve periodo.
Dedicato alla madre del re. Il tempio fu dedicato alla madre del re Jayavarman VII, rappresentata nella forma di Prajñāpāramitā, la Bodhisattva della saggezza. Il tempio fu pensato per onorare la sua figura e il suo ruolo nella vita del sovrano.
Ta Prohm è uno dei templi più affollati del circuito di Angkor, specialmente a metà giornata, proprio a causa della sua fama internazionale (grazie anche al film Tomb Raider). Inoltre, a differenza di altri templi come Angkor Wat o Bayon, non è stato restaurato in modo completo. Anzi, la sua unicità deriva proprio dal fatto che è stato "lasciato così", con le enormi radici degli alberi che si sono fuse con le rovine. Vengono fatti solo lavori di consolidamento per renderlo sicuro per i visitatori, ma l'aspetto selvaggio è stato preservato.
Terza tappa: Tempio Takeo dove Ta sta per nonno Keo per

Il tempio di Ta Keo è un "templo-montagna" - templi montagna sono quelli che hanno torrioni alti accessibili che consentono, in senso figurato, l'ascesa al paradiso-incompiuto, costruito in arenaria verso la fine del X secolo dal re Jayavarman V. La sua caratteristica più distintiva e che lo rende unico è proprio la sua mancanza di decorazioni.
La leggenda narra che la costruzione fu interrotta bruscamente perché il tempio venne colpito da un fulmine, un evento che fu interpretato come un presagio negativo. A causa di questo, i lavori di scolpitura delle figure e dei bassorilievi, che avrebbero dovuto adornare le pareti, non furono mai iniziati o completati.
Ultima tappa della giornata
Ora immaginate quindi ieri sera, che ho anche assistito a in bellissimo spettacolo al circo, come fossi letteralmente ko.
Angkor Thom
Angkor significa città
Thom grande
La città al suo splendore aveva nove milioni di abitanti
È stata capitale dell'Impero Khmer nel suo periodo di massimo splendore.
Fu costruita alla fine del XII secolo dal re Jayavarman VII subito dopo la riconquista di Angkor, che era stata saccheggiata dai Cham (un popolo del Vietnam centrale)
La sua creazione fu un atto simbolico di rinascita e un'affermazione della potenza del regno. Fu concepita come il nuovo centro del mondo, con il tempio di Bayon a rappresentare il suo cuore spirituale e geografico.
Angkor Thom è una città quadrata perfetta, circondata da mura alte circa 8 metri e da un fossato largo 100 metri che simboleggia l'oceano. L'ingresso alla città avviene attraverso cinque porte monumentali, ognuna adornata da imponenti sculture:
Le 5 Porte: C'è una porta per ogni punto cardinale (Nord, Sud, Est, Ovest) più una quinta, la Porta della Vittoria, che si trova a est, poco distante dalla Porta Est. Quest'ultima era usata dal re e dal suo esercito per entrare e uscire.
Lungo le vie d'accesso a ogni porta si trovano file di statue di dèi (Deva) e demoni (Asura) che reggono un serpente mitologico (Naga), a rappresentare la "Zangolatura dell'Oceano di Latte", un mito centrale della creazione induista.
I principali templi all'interno di Angkor Thom
All'interno delle mura di Angkor Thom si trovano alcuni dei siti più importanti e spettacolari del Parco.
1- Bayon: Questo è il tempio più famoso e il cuore spirituale di Angkor Thom. È celebre per le sue 54 torri e gli oltre 200 enigmatici volti sorridenti scolpiti nella pietra. Si ritiene che i volti siano quelli del re Jayavarman VII o del Bodhisattva Avalokiteśvara, e che simboleggino la sua onnipresenza e compassione.

2- Baphuon: Situato a nord-ovest del Bayon, questo tempio-montagna a tre livelli, un tempo tra i più alti del complesso, è stato recentemente restaurato. È noto per la sua lunga via d'accesso rialzata.
3- Terrazza degli Elefanti: Una lunga piattaforma di 350 metri decorata con sculture di elefanti. Serviva come piattaforma per le parate regali e come luogo da cui il re osservava le cerimonie pubbliche. 4- Terrazza del Re Lebbroso: Chiamata così per una scultura che si riteneva raffigurasse un re affetto dalla lebbra. La terrazza presenta intricati bassorilievi che si estendono per tre livelli.
Phimeanakas: Un piccolo tempio-piramide che faceva parte del Palazzo Reale. La leggenda narra che un re doveva dormire ogni notte sulla sua cima per incontrare una dea-naga, custode della terra, per garantire la prosperità del regno. Il re giaceva con le sue concubine.
La giornata si conclude con tappa al circo Phare Ponleu Selpak, un'organizzazione non-profit e una vera e propria istituzione culturale, molto amata sia dai locali che dai turisti. Non si tratta di un circo tradizionale con animali, ma di uno spettacolo di circo contemporaneo, danza, teatro e musica eseguito da giovani artisti cambogiani. Che cos'è Phare Ponleu Selpak?
Il nome significa "La Luce dell'Arte" in Khmer, e riflette pienamente la sua missione. L'organizzazione è stata fondata nel 1994 da un gruppo di rifugiati che, dopo la guerra civile, hanno deciso di usare l'arte come strumento per aiutare la comunità a riprendersi e a dare un futuro ai giovani svantaggiati.
Oggi, Phare Ponleu Selpak gestisce una scuola d'arte che offre un'istruzione gratuita in diverse discipline. Alle 21 era terminata la giornata.
Inizio a dire della giornata postando foto
Parlano da sole
Dal fiume e poi lago Tonle Sap.
Il fiume è una grande fonte di vita per gli abitanti
Molto pescoso
Vivono quindi su palafitte e usano sistemi di pesca rudimentali ma efficaci.
Ogni palafitta ha la sua barchetta che ormeggia sotto casa.
Sono rimasta incantata dall'ordine di queste case dalla pulizia del fiume
È inoltre evidente come uomo e fiume siano amici.
Scesi dalla grande barca (grande si fa per dire aveva solo sei seggioline) siamo saliti su due barchette bi posto per essere portati in mezzo alle mangrovie. È stato un momento magico.
La signora che ci ha portato ci ha tenuto compagnia col suo canto molto apprezzato. Un tempo il fiume ospitava molti coccodrilli. Li hanno uccisi per le pelli pregiate e per le carni (chi lo ha mangiato dice che somiglia molto alla carne di maiale)
Oggi vivono in cattività e la loro età media sarebbe di 40 anni, ma a 20 anni li uccidono appunto per manufatti e carni. Purtroppo.
Il lago lungo 115 km largo 32 e profondo fino a 9 metri. Un lago che a galleggiarsi sopra con una barchetta sembra un mare. Non si vedono le sponde di fronte.
Risaliti poi in macchina siamo andati a vedere altri tre templi minori del gruppo di Roluos, questi templi sono precedenti rispetto ai più famosi Angkor Wat e Angkor Thom.
Epoca pre Angkoriana.
Il Tempio di Bakong

Si trova a circa 15 km a est di Siem Reap, nella zona che anticamente era la capitale di Hariharalaya.
Storia e architettura:
Bakong è considerato il primo grande "tempio-montagna" in arenaria costruito dall'Impero Khmer. Questo tipo di architettura simboleggiava il Monte Meru, la montagna sacra della mitologia induista, centro dell'universo e dimora degli dei.
Fu costruito nell'881 d.C. durante il regno di re Indravarman I.
Il tempio è una piramide a cinque livelli, con una base di circa $65\times67$ metri e un'altezza di 14 metri. I cinque livelli rappresentano i cinque mondi della cosmologia induista.
La piramide centrale è costruita in arenaria, mentre le torri minori e gli edifici circostanti sono in mattoni.
Sul tempio sono presenti statue di elefanti agli angoli dei tre livelli inferiori e leoni guardiani sulle scalinate. Un fossato circonda il complesso, simboleggiando gli oceani mitologici che circondano il Monte Meru.
Il tempio ha subito importanti lavori di restauro negli anni '30 del Novecento.
Bakong fu il tempio di stato della prima capitale dell'Impero Khmer. Pur non avendo la stessa fama di Angkor Wat, è un sito di grande valore storico e architettonico, offrendo uno sguardo sulle origini dell'arte e dell'architettura khmer. Spesso è meno affollato degli altri templi.
Il Tempio di Preah Ko è una delle gemme archeologiche della Cambogia e una tappa fondamentale per comprendere le origini dell'Impero Khmer. Il suo nome, che significa "Toro Sacro" in lingua Khmer, deriva dalle tre statue di Nandi (il toro bianco, cavalcatura di Shiva) che si trovano di fronte alle torri principali.

Ecco un riassunto delle sue caratteristiche principali:
Periodo di costruzione: Fu costruito e consacrato nell'879 d.C. dal re Indravarman I. È uno dei templi più antichi dell'epoca angkoriana ancora esistenti.
È stato costruito principalmente in mattoni, con decorazioni in stucco e arenaria per architravi e stipiti.
Il tempio è composto da sei torri in mattoni, in arenaria.
II tempio era un santuario funebre dedicato agli antenati divinizzati del re Indravarman I.
È un esempio eccellente dello stile architettonico omonimo, caratterizzato da un design semplice, torri in mattoni e architravi finemente scolpiti.
Le iscrizioni in sanscrito trovate sui suoi stipiti forniscono preziose informazioni sulla storia e sulla funzione del tempio.
Anche la visita a questo tempio è un piacere oltre che per un aspetto culturale anche perché c'è poca folla
Il Tempio di Lolei è l'ultimo dei tre templi del gruppo di Roluos. La sua particolarità è che si trova su un'isola artificiale al centro di un grande bacino idricoche un tempo serviva come fonte d'acqua per l'antica capitale di Hariharalaya.

Lolei fu costruito nell'893 d.C. dal re Jayavarman I e fu dedicato agli antenuti del re, il padre Indravarman I e il nonno materno, i quali avevano costruito i vicini templi di Preah Ko e Bakong. Jayavarman I, pur dedicando questo tempio a Roluos, trasferì poi la capitale a Yasodharapura (l'attuale Angkor), fondando la nuova città e costruendo la collina-tempio di Phnom Bakheng.
Il tempio è costituito da quattro torri in mattoni, disposte su una piattaforma rialzata di arenaria. Ogni torre è ornata da iscrizioni in sanscrito e da finti portali finemente scolpiti in arenaria. Gli architravi delle torri presentano intagli complessi che raffigurano divinità e creature mitologiche.
Lolei è un tempio funerario, ma è anche un esempio del primo stile angkoriano, noto come stile di Roluos. Le quattro torri rappresentano una continuità dinastica e un omaggio agli antenati che hanno contribuito a fondare l'Impero Khmer. La sua posizione su un'isola al centro del Baray simboleggia un piccolo universo circondato dall'oceano, una appresentazione tipica della cosmologia induista.
Oggi Lolei è ancora visitabile ed è meno affollato di altri templi più famosi, il che permette ai visitatori di ammirarne i dettagli e la bellezza in tranquillità. Nelle vicinanze del tempio si trova un moderno monastero buddista, che ospita i monaci che si prendono cura del sito.
Domani ci aspetta Battambang!
03.09.2025
A Battambang!!!
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Su una piattaforma di canne di bamboo unite si prova divertimento puro.
Oggi, il trenino è una semplice attrazione per turisti. Il suo percorso, infatti, per noi è terminato in una piazzola dove alcuni banchetti vendono vestiti.
In realtà, questo trenino è inizialmente servito alla popolazione locale per ripristinare i collegamenti tra le regioni rurali della Cambogia, interrotti da Pol Pot.
Battambang una casa antica presentata dal suo proprietario
Abbiamo visitato una casa presentata dal suo anziano e cordiale proprietario. Ci ha accolto con entusiasmo, impaziente di mostrarci la sua dimora, che si è rivelata molto bella.
La casa, costruita dal nonno del proprietario nel 1907, è in gran parte realizzata in legno di teak e muratura, con arredi originali dell'epoca. Si è salvata durante il regime di Pol Pot perché è diventata la residenza di un ministro. I pavimenti sono in assi di legno e ogni stanza ha una porta, tranne la zona giorno. Per accedere alla camera da letto femminile non ci sono gradini, dato che le donne indossano abiti, mentre le camere maschili hanno un gradino, visto che gli uomini portano i pantaloni.
Il padrone di casa dormiva inizialmente appoggiato alla porta per paura dei ladri, un'abitudine che ha smesso quando ha inventato una sorta di porta blindata. L'ha costruita lui stesso, rivestendola di travi in ferro e chiudendola con una serratura in ferro. La sua ingegnosità ci è piaciuta molto.
Dopo aver salutato il signore, la nostra gentilissima guida ci ha accompagnato al mercato centrale di Battambang (pronunciato "Battambong").
Ci stiamo abituando sempre più al clima tropicale. Sentiamo il caldo ma non è più faticoso per noi da sopportare.
Abbiamo notato che mangiando questi cibi puzziamo un po' di più.
Nostra figlia comincia ad emozionarsi molto. Ogni giorno che passa ci avviciniamo a Phnom Penh la città dove ha vissuto da piccola fino a che siamo andati a prenderla.
04.09.2025
Lasciamo Battambang per andare a Phnom Penh. Ci spostiamo sempre in macchina all'interno della Cambogia. Ammiro il panorama. Sullo sfondo ci sono montagne ma non sono alte come le Alpi al massimo arrivano a 1800 mt di altitudine e non hanno mai visto la neve. Distese di campi scorrono lungo la strada assolata e interrotta solo da una lieve pioggia di breve durata.
Lungo la strada ci fermeremo a vedere un villaggio di pescatori.
Il viaggio si svolge in silenzio. La capitale si avvicina. Pensieri di vario genere si affacciano alla mente di nostra figlia. Lei stessa non sa dare un nome a ciò che prova mentre la macchina marcia inesorabile verso la meta. Si va nella città da noi lasciata 17 anni fa.
Ci fermiamo al villaggio Kompong Luong che significa porto reale sul Tonle Sap. La nostra guida un signore gentilissimo sempre a nostra disposizione. Risponde alle domande serenamente. Quando non ci si capisce lo dice subito e questo rende la comunicazione ancora più fluida.

Il villaggio sull'acqua è costituito da molte abitazioni, tutte case galleggianti. Abitato da circa mille famiglie. Abitato da molti vietnamiti ormai integrati con la popolazione locale khmer.
Saliamo su una barchetta per fare il giro. Questa volta per sicurezza ci hanno dato un giubbotto galleggiante che abbiamo tenuto in mano. Indossarlo ci avrebbe fatto sudare troppo.
Il viaggio sulla barchetta ha inizio e veniamo assaliti da un buon profumo di cibo. La popolazione qui è piu povera di quella alle mangrovie.
Si lavano in queste acque fanno il bucato, fanno la spesa. Vivono sull'acqua!
L'esperienza è stata molto bella. A me piace molto viaggiare per osservare usi e costumi delle persone locali.
Lasciato il villaggio torniamo alla macchina per vedere Oudong la vecchia capitale prima di Phnom Penh.
La Cambogia ha avuto molti regni e ognuno aveva una sua capitale. Oudong dista circa 35 km da P P.
A Oudong non è rimasto molto
Oggi si trova la collina con le tombe dei re e il monastero più grande della Cambogia II Palazzo Reale della città è andato distrutto perché era in legno.
Al monastero c'è un laghetto e al centro hanno collocato madre Terra che ha affiancato Buddha durante la meditazione per 30 giorni.
Il monastero ha
La pagoda
La biblioteca di solito sono due
Un cimitero
La sala cerimoniale
Nella pagoda si trova la statua di Buddha in marmo verde.
L'ingresso principale è a est (come per tutte le pagode)
All'interno dello stesso monastero si trova la statua di Buddha morto a figura intera. Interamente vestito di arancione. Lui era un induista e quindi vestito di bianco, ma al suo ritorno dalla meditazione le sie vedyi erano diventate arancioni come la terra dove era stato, di qui la scelta del colore delle vesti arancione o rosso per i monaci buddisti.
PP Pnom Penh arriviamo finalmente e anche a scriverlo sospiro.
Due milioni e mezzo di abitanti. Ci accoglie una città nuova. Phnom Penh sorge nel punto dove il fiume Tonle Sap confluisce nel fiume Mekong, e dove da quest'ultimo si dirama anche il fiume Tonle Bassac.
Irriconoscibile ai nostri occhi che la avevamo vista 17 anni fa. Grattacieli e case moderne spuntano in mezzo alle casette basse dai tetti rossi. La città è urbanizzata e se da un lato mi spiace non riconoscerla piu, dall'altro sono felice che sia cosi. La pace di questi anni ha dato alla città la possibilità di crescere economicamente.
05.09.2025
Prima tappa sempre con la nostra meravigliosa guida sig. Mida
Palazzo Reale. Nel 1866 era in muratura

La prima struttura era in legno come tutte le prime strutture solo successivamente venivano costruite in solide murature.
Molto bello
La sala del trono è spettacolare non si possono fare foto.
Il trono viene usato solo al momento dell'incoronazione. Successivamente in udienza il re usa una sedia davanti al trono. Il re in cambogia ha poteri solo di rappresentanza.
La struttura del palazzo Reale è tipica Khmer
All'ingresso ossia alla base della scalinata ci sono i leoni -protettori durante il giorno- e i serpenti naga -protettori della notte-
Il re attuale non è sposato e non ha figli, sta molto in mezzo al popolo.
Il palazzo rimase in piedi durante il regime perché il re, sebbene impotente e prigioniero al suo interno, era una figura che i Khmer Rossi e i loro alleati cinesi potevano usare per la propaganda. Quando il regime cadde nel 1979, Sihanouk fu liberato e fuggi di nuovo in Cina.
Importante la Pagoda d'argento cosi definita per il pavimento ricoperto interamente da 5000 "piastrelle" d'argento.
La pagoda dal 1962 è un muratura prima era in legno
I turisti la chiamano Pagoda d'argento
I Khmer pagoda di smeraldo perché all'interno si trova la statua di un Buddha di colore verde che in verità è fatto di giada.
Simboli della statua di Buddha
Due mani su pace
Una mano su non aver paura
Una mano afferra un dito dell'altra mano insegna
Due mani sovrapposte sulle gambe medita
Tuol Sleng museo del genocidio S 21 La S riprende il nome vero del dittatore Saloth Sâr
Il luogo era in verità una scuola Le classi diventarono quindi celle
Si vedono molte celle piccoline poi altre celle dove erano torturati. Erano studiate perché nessun detenuto venisse a contatto con altri
Abbiamo fatto quindi sosta al museo nazionale di Pnom Penh II Museo Nazionale della Cambogia, situato a Phnom Penh, è il principale museo del paese dedicato all'archeologia e all'arte Khmer.
Costruito nel 1920 dai francesi che hanno conservato lo stile architettonico Khmer. La sua architettura è in stile tradizionale Khmer e ospita una delle più grandi collezioni al mondo di sculture, ceramiche, bronzi e altri reperti artistici e archeologici, che coprono un periodo che va dalla preistoria fino all'apice dell'Impero Khmer, il periodo di Angkor.
Il museo è un luogo fondamentale per comprendere il ricco patrimonio culturale della Cambogia. Durante il regime dei Khmer Rossi fu quasi completamente abbandonato e subi gravi danni, ma fu riaperto e restaurato dopo la fine del genocidio, diventando un importante simbolo di rinascita e preservazione della storia del paese.
Collina di Phnom Penh
A Phnom Penh non c'è una "collina" nel senso tradizionale del termine, ma c'è un'importante altura artificiale che domina il panorama e dà il nome alla città: il Wat Phnom.
Wat Phnom significa letteralmente "tempio della collina". Si tratta di un'altura di circa 27 metri, creata dall'uomo, sulla cui cima si trova un tempio buddista molto venerato. La leggenda narra che una vedova di nome Penh abbia trovato quattro statue del Buddha all'interno di un albero di Koki che galleggiava nel fiume Mekong. Decise così di innalzare una piccola collina e di costruirci un tempio per ospitare le statue, dando origine al nome della città: "Phnom Daun Penh", che significa "la collina della signora Penh".
Oggi, il Wat Phnom è un luogo di pellegrinaggio, un'oasi di tranquillità e uno dei principali punti di riferimento storici e culturali della capitale cambogiana.
In serata, abbiamo avuto il piacere di incontrare Nin Bopha, la tata che si è presa cura di nostra figlia quando viveva nella casa dei bambini soli.
06.09.2025
Giornata completamente libera
La mattina abbiamo visto l'istituto, non è più nel luogo esatto dove era nel 2008 nostra figlia.
Questo nuovo istituto si trova nei pressi dall'aeroporto internazionale di Phnom Penh.
Non siamo entrati per ragioni burocratiche, ma è stato un impatto fortissimo. A noi è veramente bastato vederlo da fuori. Ci hanno invitato ad entrare ma eravamo contenti cosi. Anche per nostra figlia. È stato un momento di pensieri, riflessioni, scambi di idee. Un momento che definirei liberatorio per tutti noi.
Credo che a volte si rimandi troppo a fare le cose che si vorrebbe e il tempo passa inutilmente.
Penso che talvolta bisogna avere coraggio e lanciarsi senza farsi troppo trascinare dalla vita routidinaria rimandando eccessivamente.
Ho imparato questa lezione
Bisogna fare ciò che ci si sente e appena possibile.
Quando abbiamo sentito che era giunto il momento di andarcene siamo partiti alla volta del mercato centrale per gli ultimi acquisti
07.09.2025
Giornata in attesa di recarci in aeroporto per tornare in Italia. Ne abbiamo approfittato per prendere il tuc tuc. L'esperienza del tuc tuc la avevamo fatta 17 anni fa e ci piace sempre moltissimo. Allora nostra figlia era molto piccola, ovviamente non ricorda di essere già salita. Comunque anche ora, a 19 anni ha confermato che le piace sempre moltissimo viaggiare su quel mezzo tipico khmer. Anche in Thailandia lo usano, ma in Cambogia è un mezzo non solo per i turisti, anche gli abitanti lo usano molto.
Abbiamo detto al conducente quali luoghi avevamo già visitato, cosi ci ha gentilmente portato a vedere altri luoghi. Ci ha portato dall'altra sponda del fiume Mekong alla confluenza con il Tonle Sap. La periferia della città, la parte meno curata e a mio parere nella città più vera. Dove la vita si svolge soprattutto all' aperto, va sempre ricordato che dono luoghi sempre caldi anche durante le piogge, per questo a loro in verità basta un tetto per essere riparati.
Ho notato che sono persone molto comunicative. A piedi pochissimi guardavano il cellulare e ancora i si guarda in viso e non è raro incrociare scambi di sorrisi aperti.
08.09.2025
In volo
Stiamo per atterrare a Milano
In tutti i viaggi che ho fatto all’estero ero poi sempre felice di tornare in Italia. Mi emozionavo al varcare delle Alpi.
Ora no, mi sento malinconica. Lasciare la Cambogia non è stato facile per me. Ci ho lasciato davvero un pezzo del mio cuore.
L’Italia mi mancava per la pizza e il caffè ma per il resto ho imparato ad amare la terra e il popolo khmer, sarei rimasta ancora laggiù.
Sento che il cerchio si è chiuso
Vorrei però dare una collocazione alle mie emozioni. Definirle. È un po’ tirare le somme dopo 17 anni di maternità. Sono stata una brava mamma? Ho saputo veramente renderla serena? Aiutarla a trovare una sua identità?
Sono molti i pensieri. Troveranno una risposta, per ora siamo tutti sereni e portiamo a casa la sensazione di aver fatto il viaggio più bello della nostra vita, dopo quello del 2008.